io, al primo intervento in assoluto mi sono fidato del "nome" del medico, a detta di tutti esperto nel campo che tra l'altro aveva in precendenza operato mia sorella (con esiti positivi) il quale mi assicurava un recupero in meno di 15 giorni alla fine non mi ha nemmeno operato lui (ed è andata male)
il paziente spesso si trova spaesato nel sentire pareri totalmente differenti sulla stessa tipologia di intervento, questa è la verità viene quasi da pensare che forse è meglio essere all'oscuro di tutto affidarsi al primo che capita e farsi il segno della croce
Chi si approccia a un intervento di ernia inguinale ha 1 possibilità su 3 di avere dei dolori per il resto della sua vita. Non mi stancherò mai di ripeterlo perchè a me sembra qualcosa ai limiti dello scandaloso. Un trapianto di cornea comporta meno rischi di un intervento di ernia inguinale. Premesso questo, io vorrei poter decidere in maniera consapevole. Per questo, vorrei che i medici fornissero delle risposte chiare, coerenti e sincere e le domande sono più o meno sempre le stesse: 1) se la la laparoscopia comporta una convalescenza più rapida ed indolore perchè è scoraggiata nelle ernie primitive? Perchè più costosa e più difficile da apprendere oppure ci sono effettivamente delle controindicazioni mediche, anestesia generale a parte? 2) E' vero che le protesi autoffisanti (le Progrip) hanno dei vantaggi? Se si, perchè non sono utilizzate da tutti i chirurghi? Solo un problema di costi? 3) Per operarsi senza protesi, bisogna per forza recarsi in Germania? In Italia questa metodologia non si pratica proprio? Per oggi basta, perchè sono stanco. Buona notte.
Non voglio entrare in polemica perché non ne ho la competenza. Esprimo solo il mio parere dicendo che ogni medico ha la sua preparazione, il suo bagaglio di esperienze, il suo tot numero di interventi effettuati, i tanti corsi di aggiornamento e tutto quanto concorre a formare un buon medico. Ci saranno sicuramente delle linee guida, dei protocolli da seguire ma non tutti debbono avere per forza la stessa idea riguardo all'uso di una protesi o all'esecuzione di un intervento. Ripeto e' solo un mio parere, non sono un medico. Forse ragiono pensando al mio lavoro dove vige la libertà di insegnamento pur dovendo far raggiungere a tutti gli studenti italiani gli stessi traguardi. Spero tu possa trovare il chirurgo e la struttura che meglio soddisfino le tue esigenze. In bocca al lupo. Lascio questo post in punta di piedi, vi aggiornerò del mio decorso post operatorio.
Non voglio entrare in polemica perché non ne ho la competenza. Esprimo solo il mio parere dicendo che ogni medico ha la sua preparazione, il suo bagaglio di esperienze, il suo tot numero di interventi effettuati, i tanti corsi di aggiornamento e tutto quanto concorre a formare un buon medico. Ci saranno sicuramente delle linee guida, dei protocolli da seguire ma non tutti debbono avere per forza la stessa idea riguardo all'uso di una protesi o all'esecuzione di un intervento. Ripeto e' solo un mio parere, non sono un medico. Forse ragiono pensando al mio lavoro dove vige la libertà di insegnamento pur dovendo far raggiungere a tutti gli studenti italiani gli stessi traguardi. Spero tu possa trovare il chirurgo e la struttura che meglio soddisfino le tue esigenze. In bocca al lupo. Lascio questo post in punta di piedi, vi aggiornerò del mio decorso post operatorio.
Originariamente inviato da mimmi67 - Ieri : 22:08:30
Tranquilla Mimmi, non c'è nessuna polemica, ma un semplice scambio di opinioni diverse. Tu ti sei espressa molto bene e condivido pienamente quanto dici, chi si deve sottoporre ad un intervento chirurgico, anche relativamente semplice come quello di ernia inguinale, è comprensibilmente ansioso di trovare la soluzione migliore al suo problema, è una situazione che abbiamo sperimentato tutti. Purtroppo non è facile orientarsi e non avendo competenze specifiche ci si deve affidare ai medici, proprio per questo secondo me è indispensabile instaurare un buon rapporto medico-paziente che può generare quella fiducia necessaria ad affrontare serenamente l'intervento. Sono sicuro che anche il nostro amico Alfa troverà la soluzione giusta al suo problema.
Cosa significa realmente questo tuo lasciare il "post in punta di piedi"? Non vorrai mica scappare via, sai che abbiamo bisogno di presenze femminili nel Forum! Resta con noi e intervieni nelle discussioni, il tuo contributo sarà sicuramente prezioso!
Ho come l'impressione che non leggiate i miei messaggi oppure io non sono in grado di rendere il mio pensiero. Io dico che 1 erniato su 3 ha problemi cronici post-operatori e si continua a scrivere che l'ernia è un'operazione relativamente semplice. Io dico che dai medici riceviamo risposte contradditorie e mi viene risposto che bisogna avere fiducia nel proprio medico. Se pensate che vada tutto bene così, ok. Io, invece, ho l'impressione che in questo tipo di chirurgia ci sia un'altissima percentuale di malasanità. Ma è solo un'impressione.
Buonasera a tutti. Chiedo scusa se dirò cose non troppo legate a quanto detto in precedenza, ma purtroppo non ho letto tutto. Vedo però che si parla di un clima generale abbastanza sfiduciato verso questo tipo di intervento. Forse occorre far riemergere un po' di cose che non sempre diciamo. In primis, leggendo il nostro sito abbiamo la sensazione che quasi tutti gli interventi abbiano delle controindicazioni, poiché scrive quasi sempre chi ha avuto delle noie postoperatorie. Chi ha avuto un escursus normale, difficilmente viene qui a scrivere. Quindi non credo che siamo 1 su 3 come fastidi. La statistica evidentemente ha bisogno dei dati globali per essere significativa e qui purtroppo non li abbiamo. Diciamo che esistono dei modi abbastanza pratici per poter intercettare un bravo chirurgo: il passaparola, che è ben diverso dalla notorietà. MI spiego meglio: io ho la fortuna di avere un'amica di famiglia che ha due fratelli primari ognuno in un ospedale diverso a Napoli e con diverse specializzazioni. Ciò ha fatto sì che ogni volta che abbiamo un problema o abbiamo un amico che ci espone un problema di salute, ci viene spontaneo chiamare uno dei due chirurghi che, a turno, ci segnala lo specialista che opera nel proprio ospedale. E non parlo dell'ospedale della frazione di campagna, ma del Cardarelli e del vecchio Pellegrini, quindi due realtà a Napoli che non hanno tre pazienti al giorno, ma al secondo.....
quello che vorrei dire è: un chirurgo si misura e si soppesa sul campo e sulla sua esperienza. Non bisogna andare dalla diva e dalla primadonna, poiché è facile che trattandosi di una diva abbia uno strascico di attendenti il più delle volte in odore di raccomandazione, al quale è meglio affidarsi per scegliere il rinfresco della festa di compleanno piuttosto che per l'intervento che interessa.
Mi spiace dire ciò, ma ovviamente non facendo nomi, devo dire che ho sperimentato con amici e conoscenti che - ecco - effettivamente in questi casi 1 su 3 va effettivamente male. Ma non male da avere noie, ma o casi da riopero immediato, o addirittura danni irreparabili.
Detto ciò, di gran lunga occorre cercare nelle strutture pubbliche, nei reparti di urgenza e negli ospedali grandi. In questo modo, con la legge dei grandi numeri alla mano, è probabile non incappare nel caso "complicato" tanto temuto.
Spero di non aver urtato nessuno, il mio è un discorso assolutamente generico.
A me non mi hai urtato e anzi trovo il tuo post costruttivo e SINCERO. Ribadisco, però, che c'è un 30% di operati d'ernia che ha dolori cronici post-operatori e non è un'impressione ricavata dalla lettura delle esperienze di questo forum ma ci sono studi autorevoli reperibili su internet. Ti sto mandando un messaggio privato. Se vorrai rispondermi, ti ringrazio in anticipo.
dall'esperienza del forum, che per carità non è certo esaustiva nè statisticamente valida, anche a me il 30% di dolori cronici permanenti mi sembra una percentuale un pò alta
Diciamo che nel 30% probabilmente possono essere considerati tutti quelli che hanno mantenuto vari tipi di problematiche, non necessariamente tutte dolorose e che necessitano di reintervento se anche la mia problematica, ad esempio, può essere considerata tale, allora ci siamo
dall'esperienza del forum, che per carità non è certo esaustiva nè statisticamente valida, anche a me il 30% di dolori cronici permanenti mi sembra una percentuale un pò alta
Diciamo che nel 30% probabilmente possono essere considerati tutti quelli che hanno mantenuto vari tipi di problematiche, non necessariamente tutte dolorose e che necessitano di reintervento se anche la mia problematica, ad esempio, può essere considerata tale, allora ci siamo
Originariamente inviato da francer - Oggi : 10:06:34
Leggo nella pagina allegata da Alfa:
"(...) uno studio condotto dall'American Hernia Society che ha evidenziato come il 30% dei soggetti sottoposti a questo intervento nei giorni successivi sono costretti a sopportare forti dolori post operatori. (...)"
Il sito riporta una notizia che andrebbe verificata presso fonti ufficiali, per capire se l'articolo, che contiene informazioni generiche sul problema, è stato composto correttamente.
Personalmente conosco una ventina di persone operate d'ernia, con diversi amici operati pratico sport, alcuni di loro fanno agonismo, nessuno di noi ha problemi tali da potersi definire invalidanti o fastidiosi, spesso ci dimentichiamo persino di aver subito l'intervento; certo, quanto dico non ha valore di statistica, ma vuole essere un incoraggiamento per chi si deve operare.
Confermo quello che ha scritto Francer. Ho letto di un altro studio condotto in Italia, che non sono riuscito a recuperare su Internet, nel quale si confermava che il 30% di erniati hanno problemi cronici post-operatori. Di questi, però, solo una parte minorataria ha problemi così invalidanti da suggerire un reintervento. Ciò non toglie, però, che dover convivere con dei dolori che condizioneranno in maniera più o meno forte il resto della vita, non sia una cosa grave. Anche perchè i chirughi, poi, decidono di reintervenire solo nei casi estremi.
Mi rendo conto, che negli ultimi giorni sto riempiendo questo forum di miei post. Io penso, però, che sono 2 i sistemi per difendersi dall'incompetenza di molti chirurghi che fanno "pratica" sulla ns. pelle: il passaparola, come scrive Antonio, e informarsi il più possibile per poter poi fare al medico che ci dovrà operare le domande giuste per capire se è all'altezza oppure no. Ad esempio, se un medico a priori ci sconsiglia la laparoscopia, io penso che ciò sia dovuto al fatto che questo medico non è capace di praticare questo tipo di intervento. Oppure, chiedere al chirurgo se la rete verrà applicata con i punti oppure con la colla, il suo pensiero sulle protesi autoadesive, ecc., ecc., sui possibili problemi post-operatori, sono tutti indizi importanti per sapere chi è il medico che ci troviamo di fronte. Secondo me, quindi, la parola d'ordine deve essere questa: INFORMARSI