Ernia e Laparocele Ny side 1

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 Ernia inguinale, un'esperienza molto positiva
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Marcello62

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 Spedito - 29/01/2011 :  13:15:08  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo Send Marcello62 a Private Message  Aggiungi Marcello62 alla Lista Amici  Aggiungi alla Lista Ignora
Buongiorno a tutti,

sono passati un anno e otto mesi dall’intervento chirurgico e a conclusione del mio lungo percorso postoperatorio, sono di nuovo qui per raccontarvi la mia esperienza personale che considero molto positiva da tutti i punti di vista.
Al mio primo intervento chirurgico, le domande che mi ponevo erano davvero molte e un po’ di preoccupazione c’era, di conseguenza l’incontro con Herniasurgery e il suo Forum è stato veramente importante. Ho iniziato leggendo le testimonianze raccolte dal Forum e, giorno dopo giorno, la lettura ha contribuito a dissipare molti dei miei dubbi, aiutandomi a prendere le mie decisioni con maggiore serenità d’animo e consapevolezza. Con l’uso sistematico della funzione “Cerca” ho letto moltissimo, dai casi più semplici e fortunati, alle esperienze più difficili e sofferte, sempre con la voglia di capire esattamente a cosa stavo andando incontro. Va da sé che ognuno di noi si deve adeguare alle disposizioni dei medici e alle regole della struttura ospedaliera a cui si affida per l’intervento, ma conoscere l’esperienza altrui aiuta a capire meglio il problema che si deve affrontare anche sotto quegli aspetti che spesso i medici non ci spiegano in modo esauriente. Facendo mia l’esperienza narrata da chi mi ha preceduto, ho imparato molto e di conseguenza ho vissuto ogni fase, prima, durante e dopo l’intervento, con grande tranquillità, quasi come se non fosse la prima volta. Dunque sono sinceramente grato a tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito a formare questo vastissimo e utilissimo archivio, ma in modo particolare a chi, con il suo “stile brillante” di scrittura, ha saputo allentare un po’ la tensione sdrammatizzando un argomento che, fortunatamente, concede anche un piccolo spazio all’ilarità.
Ora vorrei dare a mia volta un contributo al Forum facendo un resoconto il più possibile franco e completo di quanto ho vissuto in prima persona, sperando che possa essere utile anche ad altri per affrontare con più tranquillità, o se preferite con minore apprensione, il problema dell’ernia inguinale.
Ho già raccontato la mia storia precedente l’operazione a suo tempo, così, solo per riassumere, dirò che la mia era un’ernia congenita sinistra rimasta silente per una vita. A circa un anno dalla prima diagnosi del mio medico, la visita chirurgica e la decisione di sottopormi all’intervento. Purtroppo tra la prenotazione, gli esami pre-ricovero e l’intervento chirurgico sono passati altri due mesi, un tempo medio di attesa per gli ospedali della mia città, ma sempre troppo lungo per me che non sopportavo più nemmeno l’idea del problema. Nonostante tutto, tra i mille impegni di lavoro e di famiglia, il tempo è volato via. Non essendo la mia una situazione a rischio, su suggerimento dei medici, mi è stato possibile continuare uno stile di vita normale, alimentazione controllata, attività fisica regolare (nuoto) fino a due giorni dall’intervento, il tutto con molta cautela, evitando sforzi eccessivi. Mantenere una buona forma fisica si è rivelato molto utile in tutti i sensi, soprattutto nel postoperatorio e credo che la mia veloce ripresa sia dovuta in buona parte anche a questo. Molti di noi si mostrano molto preoccupati di dover interrompere per un mese o più le loro attività sportive, ma in effetti, un mese è proprio necessario per consentire all’organismo di recuperare il suo ritmo abituale; fortunatamente passa in men che non si dica e la ripresa, soprattutto per chi è in buona forma fisica, è davvero facile. L’importante è avere molta pazienza, procedere per gradi con grande autocontrollo, evitando di esagerare in tutto ciò che si fa.
Secondo quanto stabilito il giorno del pre-ricovero, il mio intervento si è svolto in regime di day ospital presso una struttura privata convenzionata e con anestesia locale, il tutto a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Devo dire che sono molto contento di aver scelto l’anestesia locale e considerando l’esperienza fatta, se dovessi sottopormi ad un altro intervento analogo, la sceglierei ancora senza alcuna esitazione. Infatti, anche se si rimane coscienti e si percepiscono molte sensazioni, l’effetto della sedazione rende tutto assolutamente tollerabile e l’intero intervento viene vissuto con grande tranquillità, inoltre non ci sono effetti collaterali fastidiosi e si può essere dimessi la sera stessa . Ecco qui di seguito come è andata la mia esperienza diretta.


Il giorno prima dell’intervento.

La giornata precedente l’intervento è stata caratterizzata da tutta una serie di problemi e contrattempi legati al lavoro e alla famiglia, tali da non lasciarmi nemmeno il tempo di pensare a quello che mi aspettava. Ciò nonostante, mi sono sforzato di rispettare le scrupolose raccomandazioni della Clinica: riposo da attività fisiche faticose, dieta leggera, depilazione della zona interessata, digiuno assoluto dalle 24:00. Per quanto riguarda le attività faticose, ho sospeso il mio solito allenamento di nuoto evitando, nel limite del possibile, altri sforzi eccessivi durante la giornata; a tavola un pranzo meno abbondante e con cibi leggeri e una cena stile ospedale: minestrina, un po’ di prosciutto cotto con verdure cotte, una mela, niente alcolici. La depilazione, la prima della mia vita, da sopra l’ombelico a metà coscia. La Clinica vieta tassativamente l’uso del rasoio a lamette per non correre il rischio di infezioni dovute ad eventuali piccole lesioni provocate dalla rasatura. Così ho scelto una “tecnica mista” che trova riscontro anche nelle indicazioni del Forum: sfoltita generale con regolabarba, crema depilatoria per le zone più ampie dell’addome e delle cosce, preventivamente testata (dieci giorni prima) per evitare reazioni allergiche. Per la zona genitale, dove la crema potrebbe causare spiacevoli ustioni, con molta prudenza e tenendo la pelle ben tesa, ho utilizzato il rasoio elettrico. Infine, pulizia della pelle sottoposta a rasatura con detergente antisettico. L’intera depilazione è durata circa un’ora e mezza e considerando la delicatezza delle parti interessate, è stato davvero molto meglio occuparsene personalmente. Buono il risultato finale, anche se devo dirvi in tutta sincerità che vedermi così conciato mi faceva sentire davvero a disagio. Una doccia calda per stemperare le tensioni accumulate durante il giorno e alle 22 ero a letto.


La mattina dell’intervento.

26 maggio 2009 sveglia alle 5,30. Mi sento teso come prima di un esame, preparo uno zainetto con tutto il necessario per un pernottamento, solo per precauzione, dato che di norma i pazienti vengono dimessi la sera stessa. Poi mi rado la barba, faccio con cura la doccia disinfettante, indosso biancheria pulita, una tuta leggera e scarpe da ginnastica, alle 6,45 esco di casa. In strada, vicino all’auto, mi attende già mio cugino Franz, anche lui ha un’ernia ed è ansioso di seguire da vicino lo svolgersi della mia vicenda per poi decidersi a sua volta. Un quarto d’ora dopo entriamo in Clinica, una bella struttura moderna che ricorda un albergo di lusso. Agli sportelli dell’Accettazione sbrigo le pratiche burocratiche per il ricovero e ci avviamo al reparto. Ad accogliermi un infermiere molto severo nei modi che mi fa accomodare in un ambulatorio e mi pone per l’ennesima volta le solite domande di rito più altrettante sulle mie condizioni di salute, mi fa stendere sul lettino e prova la pressione che è un po’ più alta del solito, ma vengo fatto “abile”, poi, quasi sussurrando, mi chiede: “lei si è già depilato?” e alla mia risposta affermativa esclama compiaciuto: “bene!”, con gesto brusco mi scopre l’addome fino all’inguine e ripete: “bene!”, mi fa firmare non so quanti moduli e mi accompagna in camera per assegnarmi il letto. Lo seguo come una recluta segue il sergente, dietro di noi Franz che pare aver perso la parola. L’infermiere mi consegna il camice dicendo: “si spogli completamente nudo, tolga orologio, catenina e piercing se li ha, indossi il camice e si metta a letto”. Nello spogliatoio attiguo mi preparo, tolgo tutto quel che indosso e infilo il famoso camice aperto sulla schiena allacciandolo sul dorso e d’improvviso mi sento stranamente tranquillo, come se con gli abiti mi fossi tolto ogni tensione, ciò che mi accade mi riporta con la mente ai racconti di tanti frequentatori del Forum e mi pare di aver già vissuto ogni situazione. Rientro in camera e mi congedo da Franz che mi guarda sbigottito, sembra più preoccupato lui di me; sono le 7,50 quando ci salutiamo. Giusto il tempo di conoscere il mio vicino di letto e torna l’infermiere per dirmi che verranno a prendermi subito, c’è stato un cambio di programma. Pochi istanti ed entra la barella, una robusta ausiliaria con accento dell’est mi chiama per nome invitandomi a sdraiarmi, vengo coperto con cura, e via. Il percorso segue i lunghi corridoi del reparto, passiamo fra la gente che mi osserva incuriosita, la barella oscilla come una barca sull’acqua e prosegue fino alla porta automatica del “Blocco Operatorio”, poi si infila in un corridoio silenzioso e poco illuminato, mi coprono il capo con una cuffia, si schiude un’altra porta automatica e poco dopo mi trovo in un locale che sembra un’anticamera per la vestizione, una specie di sagrestia con arredi in acciaio. Via vai di giovani infermiere che si preparano chiacchierando, una di loro, la caposala, mi viene incontro, con grande cortesia mi saluta invitandomi a seguirla. Pochi passi e sono nella camera operatoria, un ampio locale dove domina il colore verde, al centro il tavolo illuminato e pronto ad accogliermi, mentre lo osservo senza più timori, alle mie spalle la caposala mi slaccia il camice e dice: “si stenda pure”, istintivamente appoggio direttamente il corpo sulla superficie del tavolo operatorio lasciando cadere ai lati i lembi del camice che mi copre come un lenzuolo. La caposala sottolinea ogni mio gesto dicendo: “bravo”, come si fa con i bambini, sposta il camice in tre fasi e senza mai scoprirmi del tutto lo sostituisce con altre coperture imbottite, infine lo raccoglie sul torace. Mi fa allargare le braccia appoggiandole su due appositi sostegni e comincia a rivolgermi nuovamente le solite domande col tono di un’amica che mi conosce da sempre, è molto giovane, ha due grandi occhi neri e un sorriso cordiale, mi fa sentire nonostante tutto a mio agio, mi chiede dov’è la mia ernia e scherziamo sul fatto che tutti continuano a domandarmelo. Mentre si parla, monta davanti al mio viso il “sipario” presente in tutti i racconti del Forum, ora vedo solo le piastre circolari illuminanti sopra di me e un tratto di soffitto; dopo di che comincia la preparazione vera e propria spiegandomi ogni fase. Al braccio destro il controllo della pressione, alle caviglie e sul torace i sensori per il battito cardiaco, al braccio sinistro la farfalla per la somministrazione dell’antibiotico e la sedazione. Improvvisamente una voce nervosa dietro di me dice: “è arrivata l’ernia?”, la caposala con tono di rimprovero risponde: “il signor Marcello è qui, è pronto” e l’altro: “bene arrivo subito”. I chirurghi sono due, il dottor B. (quello che ha appena parlato) che non conosco e il dottor G. che mi conosce. Entra il dottor G. e chiede dove sia B., un’infermiera gli risponde, lui si avvicina, valuta la mia ernia facendomi tossire più volte, borbotta qualcosa di incomprensibile, mi passa sull’inguine qualcosa di ruvido che pare la punta di un pastello e se ne va. Torna subito dopo col collega e si preparano a cominciare. La caposala mi avverte che sentirò sulla pelle un liquido fresco, è il disinfettante che viene versato in abbondanza su tutto l’addome, l’inguine sinistro e destro e sul sesso. E’ un po’ sgradevole sentirlo colare dappertutto, poi col tampone lo stendono con cura mentre parlano tra loro di questioni amministrative come se io non ci fossi. Sento il bracciale per il controllo della pressione gonfiarsi e sgonfiarsi ritmicamente ad intervalli regolari. Mi dicono che ora mi verrà praticata l’anestesia locale e sentirò un po’ di bruciore. Il dottore cerca il punto giusto toccando con due dita e poi inserisce l’ago in obliquo, non mi da dolore, ma il liquido iniettato in effetti brucia un poco. Ripete altre tre volte intorno all’area dell’ernia scendendo verso il pube, l’ultima iniezione la pratica in perpendicolare nel centro del pube proprio sopra la base del pene, premendo con forza, è la più fastidiosa e sento bruciore in profondità.
Ora delimitano il “campo operatorio” con quattro teli che fissano con strisce adesive, poi la caposala mi dice: ”ora le inietterò una lieve sedazione, la terrà più tranquillo, ma niente di che”. Da quel momento chiudo gli occhi e sento che il corpo è totalmente rilassato, nessuno degli effetti “wowowow” narrati spesso nel Forum, ma solo una sensazione di grande tranquillità. Sento la colonna vertebrale totalmente distesa e la voce dell’infermiera che dice con tono solenne: “pressione regolare” dopo di che mi assopisco, la sensazione è proprio quella di sognare, mi sento cosciente, ma non lo sono del tutto. All’improvviso sono “risvegliato” dalla sensazione di “manipolazione viscerale” che tante volte ho trovato descritta dagli operati con anestesia locale, non è niente di impressionante, solo una sensazione strana e particolare. Tutto l’intervento si svolge apparentemente in un lampo, tra momenti di lucidità e momenti di torpore. Un momento di disagio, quando d’un tratto sono richiamato alla realtà da due brevi fitte al basso addome, non sono molto dolorose e a dire il vero non ho una reale percezione del dolore, ma d’istinto domando: “state mettendo la rete?” (ricordavo di aver letto che quello è un momento fastidioso), ma il dr. G. mi dice che stanno mettendo l’ernia al suo posto, il sacco è grosso ed è normale che dia fastidio; l’altro aggiunge: “se sente dolore lo dica, le diamo ancora un po’ di anestesia”. Seguono frasi confuse alternate a momenti di buio, sento che domandano alla caposala di portare una rete leggera, dai loro discorsi capisco che è il dr. B. a operare, il dr. G. lo assiste e collabora, sembra quasi che lo controlli durante le varie fasi, a tratti si accerta delle mie condizioni con cordiale cortesia e poco dopo arriva il momento della sutura. Sento il dr. B. proporre: “gli facciamo l’intradermica?” e l’altro risponde: “ma no, viene bene ugualmente”. Strana la sensazione dell’ago che, senza dare alcun dolore, cuce la ferita e il movimento deciso con cui il chirurgo fissa i punti. Sento dire: “fatto”, poi con velocità staccano le strisce adesive intorno alla ferita, puliscono all’intorno e applicano la medicazione; l’intervento è concluso. La caposala mi libera dai sensori alle caviglie e sul petto, toglie dal braccio la fascia per la pressione, mi ricopre col camice e mi invita a spostarmi dal tavolo alla barella che è già li accostata, mi sposto scivolando sul dorso, senza alzarmi o girarmi, calcolando ogni mossa. Mi sorride cordiale dicendo: “Marcello lei è stato bravissimo”, la ringrazio e ci salutiamo. Pochi minuti e sono in camera (è passata un’ora esatta da quando mi hanno prelevato e l’intervento vero e proprio sarà durato circa quaranta minuti), la barella si affianca al letto e con molta cautela mi sposto infilandomi sotto le lenzuola, mi invitano a stare tranquillo mentre attendo la borsa del ghiaccio. Due minuti e arriva l’infermiere che appoggia con cura sulla medicazione una borsa del ghiaccio molto grande e pesante, poi, col solito tono severo mi invita a chiamarlo se necessario e se ne va. Sembra proprio un sergente. Resto immobile, parlo un po’ col vicino che poco dopo viene portato via, deve farsi togliere una ciste sul viso; nel corridoio c’è un gran movimento di gente che passa, mi sento un po’ confuso e l’intervento lo ricordo solo a tratti, comincio già a sentire un leggero indolenzimento all’addome in un punto intermedio tra l’ombelico e l’anca sinistra, ma il peso fresco del ghiaccio mi da un gran sollievo, lentamente mi assopisco. Quando mi sveglio il mio vicino è già tornato, è un signore anziano molto gentile, mentre parliamo provo a muovere le gambe con prudenza, nessun dolore né bruciore dalla ferita, l’addome è un po’ più indolenzito di prima, ma è tollerabile. Entra il dr. B. ancora in tenuta da camera operatoria, è un uomo sui quarant’anni apparentemente molto nervoso, si accerta delle mie condizioni e mi autorizza ad alzarmi da solo, con calma, per andare in bagno o per indossare il pigiama o la tuta, mi dice: “sentirai un po’ di dolore, ma vedrai che passerà presto”, poi sorridendo, con uno scatto improvviso esce dalla camera. Riposo ancora un’ora, poi lo stimolo alla minzione si fa sentire e tento di alzarmi. Tenendo la mano sinistra ben premuta sulla medicazione, mi giro sul fianco destro piegando le gambe fuori dal letto con le ginocchia piegate, sfruttando il loro peso e l’appoggio del gomito e della mano destra sul materasso, senza sforzo mi siedo. Lentamente mi alzo in piedi e resto fermo un istante, nessun problema di capogiri, riesco a tenere una buona postura, provo a muovere un passo dopo l’altro, nessun dolore né bruciore dovuti al movimento, pochi passi e raggiungo lo spogliatoio e il bagno, la minzione è normale. Mi libero del camice e, guardandomi allo specchio, vedo perché nel Forum si consiglia sempre un’ampia depilazione. Mi è stata applicata una medicazione compressiva fissata con un cerottone telato alto 15 centimetri che attraversa il basso addome da anca ad anca. Con movimenti controllati indosso il pigiama, torno a letto, riposiziono la borsa del ghiaccio, telefono a casa per tranquillizzare tutti e poi continuo a riposare. Non mi danno nulla da mangiare, ma non ne sento il bisogno, alle 13,30 il mio vicino viene dimesso e il medico mi dice che se tutto va bene lo sarò anch’io verso sera, resto solo in camera e continuo a riposare. Nel corso del pomeriggio mi alzo altre due volte per andare in bagno; il dolore è costante e localizzato nel solito punto, ma è sopportabile senza difficoltà. Alle 16 il dr. G. mi visita dicendo che il decorso è normale e alle 17,30 verrò dimesso, nel frattempo, mi fanno una flebo di antidolorifico per favorire una notte tranquilla e una piccola iniezione di eparina direttamente nell’addome. Mi portano una grossa tazza di te caldo che bevo volentieri, mi sembra persino buono. Alle 17 due infermiere molto garbatamente mi invitano a prepararmi, tra poco passerà il Dottore per un ultimo controllo e per le prescrizioni, ho l’impressione che abbiano fretta di mandarmi a casa e mi alzo. L’antidolorifico ha fatto effetto, mi muovo correttamente e con facilità, tolgo il pigiama e al posto degli slip indosso dei boxer che hanno un orlo elastico più alto in vita, in modo da non disturbare la ferita, mi rivesto e mi allaccio le scarpe senza problemi facendo però molta attenzione nei movimenti. Telefono a Franz che mi verrà a prendere. Il dr. B. arriva, da un’occhiata alla medicazione, preme un po’ con le dita, dice che è tutto a posto, mi raccomanda di seguire le cure prescritte e di osservare riposo attivo in casa per quattro o cinque giorni evitando sforzi, poi gradualmente riprendere a uscire senza portare pesi. Si congeda in fretta scherzando e assestandomi una sonora pacca sulla spalla; resto con l’infermiera che mi consegna le prescrizioni, mi spiega tutto nei dettagli e mi invita a telefonare in reparto per qualsiasi dubbio. Arriva Franz e insieme ci avviamo all’uscita scherzando tra di noi come sempre facciamo, è soddisfatto di trovarmi in “buone condizioni” e pensa di decidere a breve per il suo intervento. Da più di tre settimane sono solo a casa, Erika, la mia compagna, è all’estero per lavoro, così Franz mi accompagna a casa dei miei che mi ospitano temporaneamente. Ho sperimentato in prima persona quanto sia importante sapere di poter contare sull’aiuto di qualcuno, amico o parente che sia, almeno nei primi giorni, proprio per poter riposare evitando sforzi eccessivi. Arrivato dai miei mi metto a letto e subito mi addormento profondamente. Al risveglio sento rumori e voci provenire dalla cucina, dalla finestra filtra un po’ di luce, mi sento confuso e non capisco che ora sia, mi alzo e scopro con piacere che è ora di cena. Mangio qualcosa di leggero poi torno a letto e dormo tranquillo fino al mattino seguente.

Il postoperatorio:

Nei primi tre giorni mi sono preso tutto il tempo necessario per riposare, sentivo che il mio fisico ne aveva proprio bisogno, provavo un senso di spossatezza simile a quello che si prova dopo una brutta influenza. Restavo a letto dormendo per brevi periodi di tempo, poi mi alzavo, camminavo, stavo seduto fin che la ferita non mi dava i primi segnali fastidiosi. Ho potuto constatare, come si legge spesso nel Forum, che saper ascoltare i segnali che il fisico ci invia è fondamentale. La ferita non mi dava dolori, ma se stavo troppo in piedi, o peggio seduto, cominciavo a sentire un senso di pesantezza al basso addome, come se l’ernia spingesse ancora per farsi strada. A quel punto bastava stendersi sul letto per trovare sollievo. La posizione da seduto era per me la più difficile da tenere a lungo, dopo circa mezz’ora iniziavo a sentire un bruciore prima lieve, poi sempre più fastidioso in un punto preciso sul pube, tra la ferita e la base del pene, come la puntura di un grosso ago. Il problema era tanto più fastidioso se piegavo il busto in avanti stando seduto, ma bastava alzarsi in piedi, o meglio sdraiarsi, per risolvere. Praticamente restavo seduto solo a tavola, giusto il tempo utile per i pasti, o in altre brevi occasioni; stando semi sdraiato non avevo problemi. La giornata era scandita da queste fasi di riposo e attività, dalle cure farmacologiche e dalle medicazioni. Per cinque giorni mi avevano prescritto una copertura antibiotica, una compressa al giorno da 400mg; per due giorni analgesico in gocce se necessario; per sette giorni un’iniezione di eparina (da praticare sotto cute in punti sempre diversi dell’addome); cambio della medicazione ogni 2-3 giorni. Riuscivo a camminare lentamente, ma sciolto e con postura corretta. Un po’ di dolore c’era, nel solito punto tra l’ombelico e la cresta iliaca, circa sulla piega del muscolo obliquo, ma nulla di insopportabile, così, solo nel primo giorno ho utilizzato dosi ridotte di analgesico. Ricordo dolori ben peggiori a causa di traumi accidentali o a seguito di certe cure dentali. Unico fastidio, durato per i primi due giorni, un po’ di senso di nausea e qualche crampo allo stomaco, dovuti probabilmente all’antidolorifico.
Il secondo giorno il cambio della medicazione secondo le istruzioni ricevute. Nel bagno avevo già organizzato su un ripiano tutto il necessario: per cominciare ho disinfettato accuratamente le mani, ho tolto il cerottone che teneva ferma la medicazione compressiva, poi con cautela ho scoperto la ferita togliendo la vecchia medicazione. Trovarmi per la prima volta totalmente depilato e con una vistosa sutura sopra l’inguine, era sicuramente una cosa strana, tuttavia non provavo disagio nel guardare e toccare la ferita durante la medicazione. Il taglio era stato praticato obliquo e parallelo alla piega dell’inguine, suturato con sette punti di filo chirurgico blu simile per consistenza al nylon, si presentava già asciutto e privo di ematomi. L’area dell’intervento era evidentemente gonfia e, forse per questo e per la presenza dei punti, la ferita misurava circa 8 centimetri (oggi ne misura circa 6). Con l’aiuto di garze sterili e soluzione fisiologica ho pulito la pelle all’intorno per poi applicare, per qualche istante, una garza intrisa di Betadine, infine copertura con garza asciutta e cerotto di giusta misura. Nei primi giorni, l’area circostante la ferita, la piega dell’inguine e la parte alta dello scroto erano del tutto insensibili, ma col passare del tempo e con estrema lentezza la situazione è andata migliorando. Oggi la sensibilità si può dire normale. Toccando la ferita, per molto tempo, ho sentito il “cordone” del quale si parla spesso nel Forum; all’inizio era davvero grosso, stando sdraiato potevo vederlo oltre che percepirlo al tatto. Sembrava che ci fosse un grosso tendine teso tra il pube e la cresta iliaca, oggi è praticamente scomparso, rimane solo la sensazione che il pube a sinistra sia un po’ più compatto che a destra.
In terza giornata riuscivo a contrarre gli addominali senza provare dolori o bruciori, quindi le manovre per sdraiarmi o alzarmi dal letto risultavano facilitate grazie al maggiore controllo dei movimenti. Anche la regolarità dell’intestino era tornata normale, senza bisogno di farmaci, solo con una dieta ricca di frutta e verdura e bevendo molta acqua, soprattutto ai pasti.
Il quarto giorno sono comparsi alcuni piccoli ematomi localizzati in punti specifici. Il più esteso era sull’interno della coscia sinistra, gli altri, molto ridotti, sulla sinistra del pene e la parte alta dello scroto, in pratica le zone che non erano state a diretto contatto con la compressa di ghiaccio applicata dopo l’intervento. Hanno impiegato almeno due settimane per sparire completamente. Il gonfiore si era esteso soprattutto sull’interno coscia, lungo gli adduttori e fino a lato del ginocchio, sembrava che ci fosse un ristagno di liquidi sotto pelle e la sensibilità era un po’ attenuata. La ferita, perfettamente rimarginata, rimaneva indenne da ematomi. Ho anche ripreso a fare la doccia utilizzando una protezione impermeabile per non bagnare la ferita. Con un foglietto di plastica di giusta misura, fissato con strisce di cerotto non ho mai bagnato le medicazioni. Per fortuna facevo buoni progressi nel camminare e il quinto giorno, stanco di essere recluso, ho tentato con successo la prima uscita. Dieci minuti a piedi fino a casa di Franz, un’ora di chiacchiere semi sdraiato in giardino e ritorno. Con Franz si scherza spesso, ma non mi è mai capitato di provare dolore ridendo, inoltre, con l’aiuto del clima ormai quasi estivo, ho avuto la fortuna di non tossire o starnutire quasi mai. All’occorrenza, tenevo la mano premuta sulla ferita, ma solo per precauzione.
Nei giorni seguenti ho ripetuto più volte le uscite guadagnando sempre più sicurezza nei movimenti, aumentando progressivamente le distanze degli spostamenti e finalmente, l’ottavo giorno, il ritorno a casa, Erika era tornata dal suo lungo viaggio di lavoro. Naturale, per non dire inevitabile, la ripresa dell’attività sessuale che è stata del tutto priva di problemi, con un po’ di attenzione iniziale e lasciando a Lei il controllo della situazione, non ho mai avuto sensazioni dolorose o fastidiose dalla zona operata. L’ernia non mi aveva mai dato dolori o bruciori durante i rapporti sessuali anche se, occasionalmente, mi poteva capitare di sentire una maggiore tensione nella zona dell’inguine dopo i rapporti, tuttavia, sentire distintamente la sua presenza era diventato per me una sorta di blocco psicologico che mi impediva di vivere quei momenti con la giusta serenità. Dopo l’intervento non ci sono più stati problemi.
Il decimo giorno la levata dei punti. Mentre il dr. G. mi toglieva i punti abbiamo parlato di alcuni dettagli del mio intervento, avvenuto tramite plastica con protesi secondo Lichtenstein. L’ernia che era stata diagnosticata come obliqua esterna, si era poi rivelata anche diretta, secondo il chirurgo si trattava dello stesso sacco che aveva trovato due punti di debolezza nella parete addominale.
Veloce e praticamente indolore l’asportazione dei punti e dopo la medicazione alcune semplici raccomandazioni:
tenere la nuova medicazione fino al giorno dopo, fare la doccia e poi tenere la ferita scoperta, senza cerotto, per riabituare la parte al contatto diretto con gli indumenti. Nessuna applicazione di creme cicatrizzanti perché la ferita guarisce progressivamente da sola
evitare sforzi e non portare pesi eccessivi per tre settimane
riprendere l’uso della bicicletta solo per spostamenti in città
riprendere il nuoto con gradualità
All’uscita dalla Clinica mi sentivo molto libero nei movimenti, avevo voglia di camminare e in un quarto d’ora a piedi ero a casa. Dopo la levata dei punti tutto è migliorato, è stata davvero una svolta, il fisico ha cominciato a dare segnali sempre più positivi e la voglia di ritrovare la normalità era tanta, ma ho dovuto pazientare ancora cercando sempre di non sforzarmi.
Nei primi tempi non guidavo, se necessario mi accompagnavano Erika o Franz, durante i brevi spostamenti in macchina, soffrivo un po’ i sobbalzi per due diversi problemi: fastidioso bruciore dell’area operata e indolenzimento del testicolo sinistro. Il bruciore all’inguine era accompagnato da una sensazione diffusa di corpo estraneo pungente sotto pelle, oltre che nei sobbalzi si manifestava se stavo seduto a lungo tenendo il busto piegato in avanti o toccando il pube tra la ferita e la base del pene. Avevo già letto nel Forum di questo fastidio dovuto alla sofferenza delle terminazioni nervose, dunque sapevo che bisogna pazientare molto per vederlo sparire. Per circa un mese dal giorno dell’intervento, ho sostituito gli slip con i boxer, in questo modo l’inguine e la zona della ferita restavano liberi da orli elastici fastidiosi, ho anche applicato tre volte al giorno la crema di Calendula che leniva il bruciore dando un po’ di sollievo. Nel Forum veniva consigliata per favorire la cicatrizzazione, ma nel mio caso è stata più utile per alleviare la sensazione di “aghi” sotto pelle. A un mese dall’intervento il problema era praticamente risolto.
Il dolore al testicolo non era costante né particolarmente acuto e non c’era alcun gonfiore. Lo avvertivo nei sobbalzi come un indolenzimento localizzato in un punto preciso sotto-dietro il testicolo, ma al tatto, l’indolenzimento lo percepivo anche sullo scroto risalendo fino al pube, lungo quello che credo sia il percorso del funicolo. Il mio medico e il chirurgo attribuivano alla manipolazione del funicolo e al suo riposizionamento durante l’intervento, la causa di questo disturbo. Questo fastidio mi ha accompagnato per circa due mesi, diminuendo progressivamente fino a scomparire, ma non mi ha mai impedito di condurre una vita assolutamente normale. Molta attenzione è stata necessaria nel riprendere l’uso della bicicletta, soprattutto girando in città dovevo evitare accuratamente i bruschi sobbalzi e, dove possibile, le vie in acciottolato.
Di giorno in giorno guadagnavo scioltezza e quindici giorni dopo l’intervento camminavo col mio solito passo spedito senza alcun problema. Continuavo a prendere brevi pause di riposo ogni volta che mi sentivo affaticato, ma il fisico stava tornando lentamente alla normalità. Ho ripreso a guidare con regolarità l’automobile e a svolgere la mia solita attività fisica, tornando a nuotare e a usare la bicicletta, dopo un mese dall’intervento. L’automobile per spostamenti anche lunghi, la bicicletta solo in città e con molta attenzione per i motivi che ho già detto, in seguito anche per brevi gite fuori porta in compagnia di amici. Il ritorno in piscina è stato bellissimo, forse perché molto atteso. Mi sentivo pronto a riprendere già alla levata dei punti, ma alcune piccole cicatrici dei punti hanno stentato un po’ a rimarginarsi e non volevo rischiare infezioni fastidiose. Per favorire la cicatrizzazione ho applicato sui singoli punti interessati una pomata specifica consigliata dal mio medico (fusidato di sodio 2%), poi, risolto il problema, ho iniziato a nuotare.
Dopo una prima prova molto positiva, ho impostato l’allenamento su un programma da svolgere tre volte a settimana, aumentando il lavoro con molta gradualità. E’ stato facile, nuotavo ascoltando bene i segnali che mi dava il fisico e soprattutto usando un grande autocontrollo per non esagerare, così non ho avuto alcun problema. Escludendo totalmente la rana e il delfino, per tre settimane ho nuotato nella vasca da 25 metri solo con le braccia a stile e dorso, usando un pullbuoy un po’ più voluminoso di quello abituale per sostenere meglio le gambe che tenevo del tutto ferme, poi, la quarta settimana ho iniziato a muovere lentamente le gambe mantenendo l’uso del pullbuoy di formato normale. Dalla sesta settimana ho iniziato a nuotare normalmente nella vasca da 50 metri. Ritrovare la nuotata completa è stato un vero piacere, allungavo le bracciate senza sentire nessun fastidio all’inguine, le gambe rispondevano bene e arrivato al segnale, quasi senza rendermene conto, viravo con assoluta naturalezza spingendo con le gambe contro la sponda senza forzare troppo; nessun problema. Dall’ottava settimana, gradualmente, ho cominciato a riprendere la rana e in seguito anche il delfino, ma con molta attenzione e fermandomi al primo segno di stanchezza. Alla fine dell’estate ero praticamente al livello di prima dell’intervento, oggi nuoto quattro volte a settimana e non mi sembra nemmeno di aver subito un intervento. In verità, ogni tanto la ferita mi ricorda la sua presenza con qualche piccolissimo fastidio, soprattutto se esagero dimenticandomi che non sono più un ragazzo e certi eccessi sarebbe bene evitarli. A volte sento pungere il solito punto sul pube, oppure una lieve sensazione di bruciore, o ancora una certa tensione della ferita, però si tratta di episodi momentanei che si risolvono in breve senza condizionare in alcun modo le mie attività e con i quali convivo tranquillamente. La ferita ormai è praticamente scomparsa, rimane una piccola linea di circa sei centimetri simile ad una piccola ruga, individuabile solo per il fatto che lungo la cicatrice il pelo è ricresciuto un po’ meno folto, ma data la sua collocazione dal punto di vista estetico non c’è proprio alcun problema. La scorsa primavera ho avvertito delle piccole fitte all’inguine destro e ho pensato “ci siamo”, mi sono sottoposto ad un controllo e dopo una visita molto accurata, il chirurgo mi ha garantito che a sinistra la rete è perfettamente a posto e non ci sono problemi di nessun tipo. A destra la situazione è normale e non è il caso di preoccuparsi, forse le lievi fitte potevano essere dovute a risentimenti muscolari causati da sforzi occasionali. Oggi conduco il mio solito stile di vita come prima dell’operazione, anzi, meglio di prima proprio per il fatto che l’ernia non mi limita più nelle mie attività quotidiane e a questo punto, anch’io come molti altri prima di me, esorto coloro che ancora esitano a non attendere troppo per liberarsi di un problema che non ha soluzione diversa dall’intervento chirurgico. Un consiglio che mi sento di dare è quello di informarsi il più possibile per superare i comprensibili timori, con l’aiuto del proprio medico e, ovviamente, leggendo le numerosissime testimonianze raccolte in questo ottimo Forum.

Grazie ancora a tutti voi e in bocca al lupo a chi si appresta all’intervento.

Cordiali saluti,


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Marcello

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Modificato da - Marcello62 on 20/10/2017 00:43:46

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 1   Spedito - 29/01/2011 :  18:34:56  Link diretto a questa replica  Mostra Profilo Send francer a Private Message  Aggiungi francer alla Lista Amici  Aggiungi alla Lista Ignora
 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
WOWOWOWOW
Complimenti marcello, questo è in assoluto, a mio parere, il miglior resoconto post ernia che abbia letto finora, mooooooolto migliore anche dei miei prolissi

ma soprattutto son contento per quanto ti sia servito avere vicino le ragazze e i ragazzi del forum ..... e cioè noi.....

un abbraccio


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 2   Spedito - 29/01/2011 :  23:38:21  Link diretto a questa replica  Mostra Profilo Send Chicco a Private Message  Aggiungi Chicco alla Lista Amici  Aggiungi alla Lista Ignora
 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
Marcello, che dire.
Ci hai riconpensato per gli sforzi che facciamo a mantenere vivo questo forum e speriamo che come te altri seguano i consigli che proviamo a dare a chi si appresta ad affrontare un'esperienza di ospedalizzazione che rimane carica di tensioni.
Noi siamo sempre qui e se altri marcelli saranno + tranquilli nell'affrontare tale esperienza allora avremo fatto un buon lavoro.
Grazie.



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 3   Spedito - 31/01/2011 :  11:35:07  Link diretto a questa replica  Mostra Profilo Send Franky692 a Private Message  Aggiungi Franky692 alla Lista Amici  Aggiungi alla Lista Ignora
 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
Hei... bella descrizione... Solo ieri sera ho trovato il tempo di leggerla tutta!
Sempre utile per i futuri erniati.
Speravo di trovare risposta ai miei attuali dubbi post operatori nel tuo racconto ma non ho trovato. Quindi te lo chiedo ora:
sul lato operto tra testicolo e ferita non hai avuto un leggero rigonfiamento per diverse settiname dopo l'intervento? Io sono a quasi 20gg dall'operazione e noto questo rigonfiamento sul lato operaro se comparato con l'altro lato. Chicco mi dice che scomparirà col tempo.
La mia domanda è le due parti SX e DX dell'inguine a più di un anno dall'operazione sono simmetriche? Una non è più alta dell'altra?
Come te io sono stato operato da un solo lato con la tua stessa tecnica e con due fori da riparare....



Modificato da - Franky692 on 31/01/2011 11:36:55

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 4   Spedito - 01/02/2011 :  09:55:31  Link diretto a questa replica  Mostra Profilo Send Marcello62 a Private Message  Aggiungi Marcello62 alla Lista Amici  Aggiungi alla Lista Ignora
 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
Carissimi Francer e Chicco,

grazie a voi, continuerò a seguire con molto piacere i vostri contributi al Forum.

Cordiali saluti,


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 5   Spedito - 01/02/2011 :  10:17:42  Link diretto a questa replica  Mostra Profilo Send Marcello62 a Private Message  Aggiungi Marcello62 alla Lista Amici  Aggiungi alla Lista Ignora
 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
quote:
(...) Speravo di trovare risposta ai miei attuali dubbi post operatori nel tuo racconto ma non ho trovato. Quindi te lo chiedo ora:
sul lato operto tra testicolo e ferita non hai avuto un leggero rigonfiamento per diverse settiname dopo l'intervento? Io sono a quasi 20gg dall'operazione e noto questo rigonfiamento sul lato operaro se comparato con l'altro lato. Chicco mi dice che scomparirà col tempo.
La mia domanda è le due parti SX e DX dell'inguine a più di un anno dall'operazione sono simmetriche? Una non è più alta dell'altra?
Come te io sono stato operato da un solo lato con la tua stessa tecnica e con due fori da riparare....

Originariamente inviato da Franky692 - Ieri :  11:35:07



Ciao Franky,

scusa se non ho risposto subito alle tue domande, ma non ho sempre il computer a disposizione e ieri è stata una giornata di quelle toste.

Ho avuto anch’io il gonfiore di cui parli, nella zona compresa tra l’estremità inferiore della ferita , la sinistra del pube e la parte alta dello scroto, è un particolare descritto molte volte nel Forum da vari utenti ed è una frequente conseguenza di quella che nel Forum è stata spesso definita “l’aggressione chirurgica”. Come già ho avuto occasione di dirti, intervenendo nella tua discussione, la mia ferita ha impiegato mesi per sgonfiarsi completamente, ma ora c’è una sostanziale simmetria tra l’inguine destro e quello sinistro. Chicco ha perfettamente ragione, il gonfiore passerà col tempo e considerando che venti giorni dall’intervento non sono poi molti, temo che dovrai avere ancora molta pazienza. Come avrai già capito leggendo i racconti del Forum, ognuno di noi risponde in modo soggettivo all’intervento riprendendosi in modo più o meno lento a secondo dei casi, però tu stesso definisci il gonfiore “leggero” e questo mi fa pensare che la tua situazione potrebbe essere di quelle che si risolvono più rapidamente. Non essere troppo preoccupato, non mi pare il caso. Se cercherai nell’archivio del Forum, troverai alcune fotografie di vari utenti che documentano le condizioni delle ferite, anche facendo riferimento al gonfiore, in questo modo potrai fare un rapido confronto con la tua situazione. Concludo dicendoti che in futuro, probabilmente, continuerai a sentire picccoli fastidi localizzati nella zona che hai descritto (sul pube, all'incirca tra l'estremità inferiore della ferita, la base del pene e la parte alta dello scroto), è un punto critico per tutte le persone operate che conosco. Attenzione alla ripresa dell'attività sportiva, non sforzarti, il "punto critico" sarà sempre lì pronto a ricordarti i tuoi limiti.

Porta pazienza, sii prudente e tornerai come nuovo!

Saluti,


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 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
...e quindi uscimmo....sperando di non veder le stelle.....

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 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
mi sono ritagliato una mezza serata per gustarmi questo post in tutta tranquillità, l'avevo visto già ieri (nel wekkend non ho aperto il pc) e mi ero ripromesso di leggerlo oggi.

sono commosso!!! Impossibile non farlo leggendo tutti e dico tutti i dettagli che nel tempo abbiamo inserito capillarmente nel forum. Inutile che spieghi quali siano, perché i nostri mods e i nostri amici che continuano a farci compagnia lo sanno bene, ma se si legge quello che scrive Marcello si ha la riprova che il nostro lavoro ha un valore che supera ogni aspettativa. Anche un solo amico che entra in sala operatoria con lo spirito di Marcello, ci permette di andare avanti con gioia e dire "ho aiutato qualcuno".

In più, l'allenamento di nuoto, seguito per filo e per segno come tento di spiegare (sempre in maniera perfettibile) io alla mia cattiva maniera, leggerlo pari pari nell'esperienza di Marcello, mi ha fatto così piacere, ma così piacere, che mi ritrovo con gli occhi lucidi!!!!

Marcellino, non so che dire, ti devo solo ringraziare e ovviamente invitare a rimanere con noi, poiché ci servi!

Per questo motivo, meriti una medaglia del tutto speciale, e la motivazione resterà leggibile - fa parte del premio - in tutti i post che inserirai!
Complimenti!


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 8   Spedito - 02/02/2011 :  16:28:26  Link diretto a questa replica  Mostra Profilo Send Marcello62 a Private Message  Aggiungi Marcello62 alla Lista Amici  Aggiungi alla Lista Ignora
 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
quote:
mi sono ritagliato una mezza serata per gustarmi questo post in tutta tranquillità, l'avevo visto già ieri (nel wekkend non ho aperto il pc) e mi ero ripromesso di leggerlo oggi.

sono commosso!!! Impossibile non farlo leggendo tutti e dico tutti i dettagli che nel tempo abbiamo inserito capillarmente nel forum. Inutile che spieghi quali siano, perché i nostri mods e i nostri amici che continuano a farci compagnia lo sanno bene, ma se si legge quello che scrive Marcello si ha la riprova che il nostro lavoro ha un valore che supera ogni aspettativa. Anche un solo amico che entra in sala operatoria con lo spirito di Marcello, ci permette di andare avanti con gioia e dire "ho aiutato qualcuno".

In più, l'allenamento di nuoto, seguito per filo e per segno come tento di spiegare (sempre in maniera perfettibile) io alla mia cattiva maniera, leggerlo pari pari nell'esperienza di Marcello, mi ha fatto così piacere, ma così piacere, che mi ritrovo con gli occhi lucidi!!!!

Marcellino, non so che dire, ti devo solo ringraziare e ovviamente invitare a rimanere con noi, poiché ci servi!

Per questo motivo, meriti una medaglia del tutto speciale, e la motivazione resterà leggibile - fa parte del premio - in tutti i post che inserirai!
Complimenti!

Originariamente inviato da AntonioDL - Ieri :  22:39:07



Anto’ grazie assai!


Certo che una medaglia proprio non me l’aspettavo, troppa grazia!
Il mio intento era semplicemente quello di cercare di sdebitarmi, anche se solo in parte, per l’aiuto ricevuto, facendo qualche cosa di utile per il Forum. Il vostro impegno quotidiano, quello sì merita una medaglia e a voi tutti rinnovo la mia sincera gratitudine.
Ora chiudo prima che qualcuno scoppi a singhiozzare per la commozione!

Continuerò a seguire con molto piacere i vostri contributi al Forum e altrettanto volentieri, dove possibile, cercherò di essere utile mettendo a disposizione la mia esperienza personale.

Un caro saluto a tutti,


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 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
quote:

Ora chiudo prima che qualcuno scoppi a singhiozzare per la commozione!
Originariamente inviato da Marcello62 - Ieri :  16:28:26






complimenti, medaglietta meritata
braccinocorto antonio è stato corretto


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 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
....nono....è la nota parsimonia partenopea.....

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 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
Mo' ve le tolgo...


piuttosto francerinobelloassai, dove sono finiti i tuoi post ricchi e frastagliati tuttitempeschtati di faccine?


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 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
Buonasera a tutti,

esattamente tre anni fa, 26 maggio 2009, mi liberavo dell’ernia inguinale sottoponendomi all’intervento chirurgico.
Oggi vivo benissimo sotto tutti i punti di vista; se non fosse per la mia costante partecipazione a questo bellissimo Forum e per la ferita che qualche volta me lo ricorda, forse avrei già dimenticato l’intervento.
I fastidi occasionali ormai sono sempre più rari e lievi, sopportabilissimi, al punto che a volte non ci faccio nemmeno caso.
Ammetto che anch’io come tanti di noi tengo ancora la situazione sotto controllo, soprattutto se capita di sentire lievi fastidi al lato non operato; Erika ironizza sempre su queste mie attenzioni, ma è facile per Lei che è giovane e non è mai stata ricoverata in un ospedale!
In conclusione, rinnovo a chi si deve sottoporre all’intervento l’invito a non esitare e a non avere paura, tutto è più facile di quanto si immagina comunemente, dunque…coraggio!

Un caro saluto a tutti e a presto,


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 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
E bravo marcellino

ma lo sai che non avrei detto fossero passati già 3 anni dal tuo intervento
cavolo il tempo passa

ma gli amici restano


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 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
quote:
passati già 3 anni
Originariamente inviato da francer - Oggi :  11:50:16



[tube]http://www.youtube.com/watch?v=RlZ1zlCuMMk[/tube]




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" Io, se potessi, scenderei in campo adesso, su un prato o all’oratorio. Perché io amo il calcio."
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 » Soggetto: Re: Un'esperienza molto positiva
quote:

(...) cavolo il tempo passa

ma gli amici restano

Originariamente inviato da francer - Oggi :  11:50:16



Hai ragione Fra', il tempo vola, ma l'importante è continuare a vederlo passare!



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